SOGNO E PSICOANALISI
Freud e l’interpretazione dei sogni
Siamo
a fine ottocento quando il medico austriaco Sigmund Freud pone
attenzione su una disciplina sulla quale lascerà per sempre la
sua impronta, la psichiatria.
Freud elabora la teoria
dell’inconscio, un concetto fondamentale della psicoanalisi moderna e che
presto porterà alla scrittura del famoso libro “L’interpretazione dei sogni” (1900), un
contributo rivoluzionario alla psicoanalisi e più in generale alla psicologia.
L’inconscio costituisce
la parte profonda della nostra psiche, quella di cui non siamo consapevoli, e che è divisa a sua volta in :
-preconscio:
insieme dei ricordi momentaneamente inconsci che possono essere portati alla
luce con un sforzo della memoria;
- rimosso: elementi che sono
totalmente inconsci e servono tecniche apposite per superare lo stadio di
rimozione.
Secondo
Freud, un metodo per acceder all’incoscio, oltre all’ipnosi, è lo studio dei
sogni.
Egli
fu il primo a essere convinto dell’attendibilità del mondo onirico e a dare
ufficialità al valore del sogno attraverso la sua opera "L’interpretazione dei sogni". In
quest’opera il sogno diventa oggetto d’indagine psicoanalitica e rappresenta il
pensiero dell’uomo che si manifesta durante il sonno.
Il
sogno, secondo Freud, non è altro che un desiderio proveniente da una parte
ignota della nostra mente, l’inconscio; in pratica una metafora, una proiezione
dei bisogni dell’individuo. L’attività onirica fa riemergere in superficie
traumi, emozioni forti rimosse e desideri repressi.
Freud
distingue in un sogno il contenuto
manifesto, ovvero la situazione o la scena che appaiono direttamente in
sogno, e il contenuto latente,
ovvero ciò a cui il sogno nascostamente allude e che il soggetto non ricorda.
Se
il pensiero cosciente opera per concetti, il sogno secondo Freud procede per immagini, ed è caratterizzato
dall'assenza di ordine, coerenza sia logica che oggettiva, senso comune, senso
etico e senso estetico.
Il
compito dello psichiatra è quello di comprendere il processo che intercorre tra ciò
che il soggetto ricorda (il contenuto manifesto) e ciò che il soggetto non
ricorda (contenuto latente) perché il
sogno non riproduce fedelmente ciò che si cela nell’animo dell’individuo, ma lo
rielabora, lo deforma, lo modifica, sostituendolo con un altro contenuto.
Per decifrare
i sogni bisogna seguire una tecnica che parte da un “sospetto”, cioè una
situazione anomala nei confronti di ciò che appare per capire cosa si celi dietro
tale apparenza. Ovvero l’inconscio ci segnala attraverso i sogni i desideri
proibiti e latenti che l’analista ha il compito di far emergere.
Freud
utilizzava il metodo delle associazioni libere, che prevedeva di
rilassare il paziente e farlo abbandonare ai propri pensieri, in modo da creare
delle catene associative tra le parole da lui dette; in questo modo lo
psichiatra cercava di raccogliere informazioni sul significato latente dei
sogni raccontati dai propri pazienti.
A
volte il sogno è il ricordo di un evento passato ormai rimosso. Succede spesso che capita di svegliarsi
e si hanno acquisito conoscenze che prima non erano note o addirittura non si
riesce a distinguere se ciò che si è sognato sia accaduto realmente oppure no.
L’abilità dello psicologo sta nel far riemergere appunto ricordi che si
avevano rimossi.
Il sogno secondo Freud è il migliore
mezzo per conoscere se stessi.
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