SOGNO E DESIDERIO
IL SOGNO COME DESIDERIO
Il tema del sogno oggi torna
spesso al centro dei nostri discorsi, e quando si parla di sogni si potrebbe
rischiare di cadere in equivoci. La comprensione del termine è talmente
cambiata nel corso della storia che dovremmo aprire un grande dibattito per
esaurirne il senso.
Spesso il termine viene usato per indicare un desiderio o un progetto.
Avere un sogno significa proiettare la propria vita nel futuro, vedere la vita fra 20, 30 anni. È progettare qualcosa, sognarlo ad occhi aperti e iniziare a costruirlo.
Spesso il termine viene usato per indicare un desiderio o un progetto.
Avere un sogno significa proiettare la propria vita nel futuro, vedere la vita fra 20, 30 anni. È progettare qualcosa, sognarlo ad occhi aperti e iniziare a costruirlo.
Il sogno insomma è un
desiderio. Desiderare letteralmente significa senza stelle (de = mancanza, sidera= stelle) ed è la condizione che
vivevano gli antichi quando si affidavano solo alle stelle per navigare o
cercare segni di buoni auspici. Il desiderio quindi è quello spazio vuoto che
genera il movimento. E’ il cammino verso qualche cosa che è assente e che
vorremmo avere o raggiungere.
MARTIN LUTHER KING
Un esempio molto bello di come la parola SOGNO possa essere usata per indicare un DESIDERIO viene dalla vita di Martin Luther King, un pastore protestante di colore che è diventato famoso per il suo impegno a favore della pari dignità di bianchi e nei in America nella seconda metà del Novecento.
Martin Luther
King nacque ad Atlanta, in Georgia il 15 gennaio 1929. A quattordici
anni, fu costretto a cedere il suo posto a dei passeggeri bianchi saliti a
bordo dopo di lui, rimanendo in piedi per oltre 140 chilometri.
Questo evento
resterà incancellabile nella sua memoria, infatti dedicò la sua vita alla lotta
per la parità dei diritti indipendentemente dal colore della pelle e della
religione.
Diversi anni
dopo istituì una campagna anti-razziale in tutta l’America dove sosteneva che
la differenza fra le persone doveva essere solo caratteriale, come aveva detto
nel suo famoso discorso a Washington D.C. “ I have a dream” nel 1963.
Oggi, amici miei, vi dico: anche se dobbiamo
affrontare le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno.
È un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.
È un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione
sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità
evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Ho un sogno, che un giorno sulle rosse
montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di
schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità.
Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato
del Mississippi, dove si patisce il caldo afoso dell'ingiustizia, il caldo
afoso dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di libertà e di giustizia.
Ho un sogno, che i miei quattro bambini un
giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della
pelle, ma per l'essenza della loro personalità.
Oggi ho un sogno.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno, laggiù
nell'Alabama, dove i razzisti sono più che mai accaniti, dove il governatore non
parla d'altro che di annullamento
delle leggi federali, un giorno, proprio là nell'Alabama, i bambini neri e le
bambine nere potranno prendere per mano bambini bianchi e bambine bianche, come
fratelli e sorelle.
Oggi ho un sogno.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà
innalzata, ogni monte e ogni collina saranno abbassati, i luoghi scoscesi
diventeranno piani, e i luoghi tortuosi diventeranno diritti, e la gloria del
Signore sarà rivelata, e tutte le creature la vedranno insieme.
Martin Luther
King continuò a inseguire il suo obiettivo senza mai usare la forza, ma
pacificamente, anche se più volte fu arrestato e vittima di attentati.
Il 4 aprile 1968
Martin Luther King fu assassinato a Memphis, nel Tennessee, con un colpo di
fucile, mentre era affacciato al balcone di un albergo.
La sera prima
aveva tenuto il suo ultimo discorso. E quasi profeticamente aveva parlato
del proprio futuro, sapeva che ad attenderlo c’erano sono tempi difficili,
sapeva che la propria vita era in pericolo, eppure non se ne preoccupava: era
giunto “sulla cima della montagna”, aveva visto ormai vicina una “Terra
Promessa” di solidarietà e dignità.
Era felice di aver vissuto in un’epoca conflittuale, perché - disse - solo “quando è abbastanza buio si possono vedere le stelle” ( "only when it’s dark enough can you see the stars"). Solo nei momenti di grande difficoltà è possibile trovare dentro di sé la forza per reagire e superare enormi ostacoli.
Era felice di aver vissuto in un’epoca conflittuale, perché - disse - solo “quando è abbastanza buio si possono vedere le stelle” ( "only when it’s dark enough can you see the stars"). Solo nei momenti di grande difficoltà è possibile trovare dentro di sé la forza per reagire e superare enormi ostacoli.
Avrebbe potuto
vivere in epoche più facili, ma sapeva che solo a costo di sacrifici, si poteva
posare una pietra di speranza oltre l’ostacolo della disperazione.
Quattro anni
prima, nel 1964, gli era stato assegnato il Premio Nobel per la Pace.
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